Salerno, indignazione di una madre: mio figlio valutato per la sua disabilità dagli stabilimenti balneari, una vergogna
“Porti suo figlio e lo valutiamo all’ingresso”. Questa è stata la risposta che una madre di un bambino disabile, tutelato dalla legge 104, ha ricevuto dal gestore di uno stabilimento balneare nel Salernitano. La donna, sconvolta, ha denunciato l’accaduto: “La disabilità di mio figlio è stata riconosciuta da una commissione medica dell’Inps e non spetta certo ai gestori dei lidi valutare le condizioni del mio bambino. Gli incartamenti sono chiari. Non capisco cosa significhi che valuteranno all’ingresso. Chi lo valuterà? Sono collegati all’Inps? Credo proprio di no”.
Il caso ha sollevato l’indignazione della madre non solo per questioni economiche, ma anche per evidenziare le difficoltà che le persone con disabilità devono affrontare per accedere alle spiagge e agli stabilimenti balneari. “È assurdo quello che mi è stato detto al telefono. Non esiste mortificare un bambino per una disabilità già certificata. Chi sono loro per giudicare e valutare il caso?” ha dichiarato la madre.
L’episodio ha portato alla luce un problema più ampio: in Italia, gli stabilimenti balneari e le spiagge sono realmente accessibili e fruibili per le persone con disabilità? Donne e uomini disabili devono ancora affrontare numerose difficoltà nell’accedere in modo idoneo alle loro esigenze e rispettando i loro bisogni. Tra i problemi riscontrati ci sono la mancanza di accessi adeguati, la presenza di barriere architettoniche, servizi igienici limitati e un livello di conoscenza delle disabilità non sufficiente tra i gestori degli stabilimenti balneari.
Questo episodio mette in evidenza la necessità di migliorare l’accessibilità delle spiagge e la formazione dei gestori, affinché possano offrire un servizio inclusivo e rispettoso delle esigenze di tutti.